Tra gli episodi raccontati nel libro di Bamidbar (Numeri) vi è quello del serpente di rame (21, 4-9).
Il popolo divenne impaziente nel viaggio ed iniziò a parlare contro D-o e contro Moshè. “Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per morire nel deserto? Poiché non c’è né pane né acqua…”
Il Sign-re mandò contro il popolo i serpenti che morsicavano il popolo e morì molta gente. A questo punto il popolo venne da Moshè e disse: “Abbiamo peccato, poiché abbiamo parlato conto il Sign-re e contre te. Prega il Sig-re affinché tolga da noi il serpente”. Moshè pregò per il popolo e la risposta fu:
“Fatti un serpente [di rame] e ponilo su una pertica. Chi sarà morsicato lo guarderà e guarirà”.
E così fu.
I commentatori spiegano l’importanza del simbolismo. Non è il serpente che porta la morte (nel caso del morso) o la vita (nel caso del serpente di rame), bensì il Sign-re. Rivolgendo gli occhi verso l’alto (il serpente sulla pertica) ci si ricorda dell’onnipresenza e dell’onnipotenza del Creatore e si cerca di tornare ad Esso.
Mi soffermerei un momento, però, su un’altra indicazione da trarre da questi versetti. La risposta di D-o a Moshè, “fatti un serpente” e non “fai un serpente” indica, secondo i Maestri, che le spese di quest’opera avrebbero dovuto essere sostenuti dallo stesso Moshè e non da fondi pubblici.
Questo serve per dare una lezione sul perdono.
“Se ti viene chiesto il perdono”, è scritto nel Talmud, “non essere crudele nel perdonare”.
Cosa vuol dire non essere crudele nel perdonare? Come se fosse scontato che comunque la persona perdona ma deve fare attenzione a non farlo con crudeltà.
Il senso è che spesso anche avendo subito un’offesa, essendo persone mature si riconosce che l’altro avrebbe potuto sbagliare e quando questi si accorge del proprio errore e chiede il perdono, lo si perdona.
Il problema è che spesso rimane un filo di rancore nel cuore anche dopo l’aver perdonato il prossimo. “Sì ti perdono ma non voglio più frequentarti”… Oppure “Accetto le tue scuse, ma non è più come prima”
Questo vuol dire perdonare con crudeltà! Il perdono dovrebbe essere assoluto.
Lezione che insegna il Sign-re a Moshè e quindi a tutti noi, dicendogli che la cura per un male che il popolo ha subito per avere sparlato contro Moshè stesso, verrà dalla sua tasca proprio per dimostrare che il suo perdono è completo e assoluto.
Da un discorso del Rebbe di Lubavitch
Chukat 5744-1984
Adattato da Rav Shalom Hazan
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