"Questo è lo statuto della Torà”. Dalla parola del verso - “questo” - ci fa capire, che il precetto della 'Mucca Rossa' è di per sé 'lo statuto'. Di fatto, esistono altri statuti - “Se seguirete i miei statuti” – come, per esempio, la proibizione di mangiare carne di maiale o lo shaatnèz (il divieto di indossare lana e lino).
Vi è, però, differenza tra questi ultimi e la Mucca Rossa. Il precetto della Mucca Rossa non ha alcuna spiegazione razionale; esso sfugge completamente alla nostra capacità di comprensione. È vero, che quasi tutti gli statuti sono inaccessibili al nostro intelletto e che noi dobbiamo compierli solo perché questa è la volontà di D-o, e per nessun altro motivo, eppure, nonostante ciò, vi è in essi un po’ di logica. Per quel che riguarda la Mucca Rossa, invece, non è possibile fornire alcuna spiegazione o giustificazione. Questo precetto non ha nulla a che fare con la comprensione.
Chukà - l'incisione
La parola ‘chukàt’ - decreto - può avere un ulteriore significato di “incisione”. È possibile scrivere lettere con l’inchiostro su una pergamena ed è possibile scolpire lettere in una pietra. Mentre le lettere scritte sono un qualcosa che si aggiunge alla pergamena, le lettere scolpite sulla pietra ne divengono una parte inscindibile. La pietra e le lettere diventano una sola entità. Esistono due tipi di incisione:
1) le lettere vengono incise nella pietra, esse hanno una presa sulla pietra. In questo senso, esse assomigliano un po’ alle lettere scritte;
2) le lettere vengono scolpite, in modo da trapassare la pietra da parte a parte, come fu per le Tavole della legge. Le lettere erano scolpite nella pietra, in modo da produrre in essa uno spazio vuoto. In questo tipo di incisione, le lettere non hanno alcuna presa sulla pietra. Non esiste alcun legame materiale tra le lettere e la pietra sulla quale sono state incise. Essendo sospese, esse sono molto più elevate.
Le due forme di incisione alludono ai due tipi di statuti. L’incisione che si opera sulla superficie della pietra allude a quegli statuti che lasciano un minimo di spazio alla logica e dei quali l'intelletto può afferrare qualcosa. L’incisione, che trapassa la pietra da una parte all’altra, allude a quel tipo di statuto che l'intelletto non può minimamente afferrare. “Questa è lo statuto della Torà”: la Mucca Rossa.
La natura dell'ebreo: fare la volontà di D-o
L’ebreo, per sua natura, vuole fare la volontà di D-o. Questa natura, nell’ebreo, ha origine dall’essenza stessa della sua anima, che è al di sopra del suo intelletto. Questa natura si manifesta, in particolare, proprio quando l’ebreo osserva gli 'statuti'. Quando l’ebreo adempie a quei precetti che hanno una motivazione logica, non viene espressa in modo manifesto la volontà che deriva dall’essenza dell'anima. Questo perché, in tal caso, interviene l’intelletto che viene a oscurare, in parte, la purezza insita in ogni ebreo, che vuole realizzare soltanto la volontà di Do, senza alcun'altra intrusione. Quando, invece, l’ebreo mette in atto gli statuti come lettere incise da una parte all’altra, senza alcuna relazione con la logica, allora si rivela la sua vera volontà, che ha origine dall’essenza della sua anima.
Tratto da Likutè Sichòt
Parliamone