Il sole bruciava nel deserto. La gente era assetata. Da nessuna parte c’era un pozzo o una sorgente. Il popolo si radunò davanti a Moshé e chiese una bevanda ristoratrice. Moshé andò alla presenza del Signore e chiese a sua volta che cosa dovesse fare. D-o gli rispose: «Dì alla roccia che dia acqua».
Moshé alzò la sua verga per percuotere la roccia. Uscirono subito alcune gocce. Allora Moshé fu preso dall’ira contro la roccia e disse: «A chi deve servire quest’acqua? Ai lattanti forse o a chi è svezzato?».
Nella sua ira Moshé colpì due volte con violenza la roccia e ne sgorgò sangue. Allora Moshé disse a D-o: «Vedi la roccia a fatto uscire solo sangue!».
«Perché hai fatto così?» chiese D-o alla roccia.
La roccia rispose: «Moshé mi ha percosso due volte».
D-o disse quindi a Moshé: «Perché hai percosso la roccia? Ti avevo detto espressamente che tu non dovevi percuoterla, ma solo parlarle».
E Moshé disse: «L’ho fatto perché all’inizio essa aveva dato solo poche gocce».
Allora D-o impartì l’ordine alla roccia e questa tramutò il suo sangue in acqua e l’intero popolo e il suo bestiame bevvero.
Ma D-o disse a Moshé: «Io volevo mostrare agli ebrei un grande prodigio. Volevo mostrare loro che è sufficiente una buona parola per attingere l’acqua dalla pietra. Il popolo avrebbe detto: “Vedete se già la roccia che non conosce premio e castigo ascolta la parola del Signore, quanto di più dobbiamo fare questo noi uomini!”. E così mi avresti santificato davanti agli occhi di tutti i figli di Israele. Ma invece di parlare tu hai usato il bastone e hai impedito il grande prodigio. Questo è certamente il tuo unico peccato, ma per un uomo grande come sei tu è motivo sufficiente per essere punito».
La Fontana di MiriamDopo che Moshé ebbe percosso la roccia e questa ebbe dato l’acqua, la roccia si trasformò in un blocco rotondo che accompagnò Israele nel deserto per quarant’anni. In onore della sorella di Moshé, esso fu chiamato la fontana di Miriam. Era simile a un setaccio pieno di fori. Da tutti i fori sgorgava l’acqua. La rupe di Miriam saliva sui monti con i figli di Israele e scendeva con loro nelle valli. Dove Israele dimorava, dimorava anche essa. Stava sempre su un luogo alto, di fronte all’ingresso della tenda della radunanza. I capi delle tribù vi si recavano, la circondavano con le loro verghe e cantavano:
Zampilla fonte. Rispondetele con il canto.
Fonte che i principi hanno aperto,
che gli eletti del nostro popolo
con lo scettro e con le verghe hanno scavato.
L’acqua zampillava in alto e fluiva come una colonna e ognuno ne traeva per la propria tribù e la propria famiglia.
La fontana di Miriam circondò l’intero accampamento di Israele e assorbì l’intero deserto. Essa si trasformò in due grossi ruscelli.
Chi vuole vedere la fontana di Miriam salga sulla vetta del Carmelo e guardi verso il mare. Là vedrà una specie di setaccio: quella è la fontana di Miriam (Numeri 21, 16-28; Talmud Shabbat 35a).
Tratto da Cyberdrasha.it
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