I precetti che formano l’essenza della legge ebraica, sono contenuti nella parashà di questa settimana: Mishpatim.

Le leggi e gli usi ebraici possono essere divisi in tre categorie:

– Disposizioni, le leggi civili che sono fondamentali per la convivenza umana, come la proibizione di uccidere o quella di rubare. L’umanità si sarebbe resa conto del valore di tali norme anche se la Torà non le avesse promulgate.

– Attestazioni, quali le norme relative allo Shabbat o alle festività. Se la Torà non ci avesse comandato di osservare questi precetti, da soli non ci avremmo mai pensato. Tuttavia, una volta che ci sono stati dati e spiegati tramite la Torà, possiamo comprendere perché si debbano osservare.

– Decreti, le norme come la kasherut, l’insieme delle leggi che riguardano il regime alimentare, per le quali non ci viene indicato alcun motivo: esse devono venire osservate solo perché così è stato comandato.

La parashà di questa settimana, mettendo in rilievo il fatto che le Disposizioni vennero date sul monte Sinay insieme ai Decreti, insegna che i precetti i cui motivi si possono facilmente comprendere, devono essere osservati con lo stesso atteggiamento di sottomissione e di umiltà come i precetti che trascendono la ragione. Infatti il nostro intelletto umano, limitato, può scalfire solamente alla superficie il mistero dei veri moventi dei decreti Divini.

In questi nostri tempi, e nell’atmosfera in cui viviamo, ha un’importanza vitale spiegare queste cose, in considerazione dell’atteggiamento di tanti ebrei nei confronti della religione. Essi dicono: «Seguo volentieri quegli usi o quelle leggi che sono comprensibili e seguo perfino quelle istituzioni che lasciano perplessi, non essendo possibile capirne i motivi».

Questo riconoscere contro voglia il valore dei precetti religiosi che trascendono la ragione apre la strada a una altro atteggiamento, molto più comune: «Osservo i precetti che comprendo, ma trascuro quelli che non riesco a capire».

Tuttavia, basta un attimo di riflessione per rendersi conto che in realtà i precetti fondamentali della religione sono appunto quelli che trascendono la nostra comprensione. In fin dei conti, bisogna pensare che la nostra religione e i suoi precetti hanno origine nella Volontà di D-o che è Infinito. Sarebbe assurdo che l’uomo, creatura finita, cercasse di usare il suo intelletto come metro per misurare la saggezza e l’opportunità di un comando Divino.

(Saggio basato su Liquté Sichòt, III, 896.900; tradotta in Il Pensiero della Settimana, a cura del rabbino Shmuel Rodal).