Nella porzione della Torà di questa settimana studiamo numerosi comandamenti e leggi.
Molte di queste leggi appartengono alla categoria di “mishpatìm”, leggi razionali, alcune delle quali è logico osservare anche senza i dettami della Torà.
[Ci sono tre categorie di comandamenti: sopra-razionali (ad es. le leggi di purezza e impurezza), testimonianze (ad es. Shabbat e le festività) e leggi razionali (ad es. non rubare, onora i genitori, etc.)].
È risaputo che anche l’osservanza dei mishpatìm, deve essere preceduta dall’incondizionata accettazione del giogo Divino.
Pertanto, non è sufficiente compiere queste mitzvòt basandosi unicamente sul loro aspetto razionale, perché la mente umana è soggettiva e può giungere a conclusioni errate.
Infatti non è passato molto tempo da quando una società “acculturata e avanzata” si è trasformata in barbarica, violando uno dei precetti più fondamentali come non uccidere.
Alla base di tutte le mitzvòt deve quindi essere la totale sottomissione alla volontà di D-o come espressa nei comandamenti.
Tuttavia come spiegheremo, quando si osservano i mishpatìm, si dovrebbe anche apprezzare il motivo della mitzvà, intellettualmente ed emozionalmente.
Nel Talmud viene formulata una frase interessante riguardo l’osservanza dei mitzvòt:
“Uno non dovrebbe dire non voglio (peccare), piuttosto uno dovrebbe dire voglio (commettere il peccato) ma cosa posso fare, D-o lo ha proibito”.
Cosa succede se una persona porta questo all’estremo, e dice “vorrei ‘uccidere e rubare’ ma cosa posso fare, D-o lo ha proibito”?
Maimonide chiarisce che la suddetta frase del Talmud è limitata alla categoria delle mitzvòt che sono sopra-razionali, ma non alla categoria dei mishpatìm.
Ad esempio, se si dicesse di un panino non kasher, “lo desidero ma cosa posso fare se D-o lo ha proibito”, questo va benissimo).
Maimonide continua, spiegando che una persona che non ha un apprezzamento innato per comandamenti del tipo “non uccidere o rubare” è corrotta e necessita di raffinamento.
Per riassumere e semplificare: i mishpatìm, le mitzvòt razionali, andrebbero compiute perché D-o lo comanda, tuttavia parte del comandamento è di apprezzare il carattere importante della legge.
Lo scopo di tutta la Torà non è di imporre dei comandamenti su di noi mentre internamente rimaniamo uguali, piuttosto il suo obiettivo è di fare in modo che noi e chi ci circonda diventiamo sempre più raffinati.
Pertanto, i mishpatìm, quando vengono osservati e apprezzati come di dovere, giocano un ruolo importante nel raffinare il modo in cui pensiamo e sentiamo come esseri umani. Ciò prepara noi e il mondo intero per un’epoca quando non ci sarà più alcun male. Che giunga presto nel corso dei nostri giorni Amen.
Adattato da Likutè Sichòt Vol. 16
לע"נ הרה"ח הר"ה"ג ר' אברהם דוב בן ר' יהושע ז''ל In beloved memory of Rabbi Abraham B. Hecht obm.
Rav Yaakov Kantor è direttore della Chabad Jewish Center a Lugano
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