Il momento di Ne’illà rappresenta un momento intenso di raccoglimento e di risveglio spirituale che coinvolge immancabilmente ogni ebreo e tocca tutti gli animi.
Molti giovani non si fermano semplicemente a raccogliere una sfida che riguardi una teoria o una filosofia profonda, ma vogliono pure conoscerne l’applicazione pratica e non come esperienza occasionale, ma
quotidiana.
Il risveglio spirituale ed i sentimenti elevati dei "Giorni del Timore" non sono rivolti verso il proprio intimo, ma verso cose che riguardano gli altri
Significa che tutti i momenti della nostra vita sono interconnessi; ciò che siamo oggi e cosa faremo domani è
il risultato di ciò che eravamo ieri e che abbiamo fatto ieri e il giorno precedente.
Quanti litigi tra genitori e figli si sarebbe potuto risolvere – se soltanto una delle parti coinvolte avesse avuto il coraggio di affrontare l’altra persona e dire “mi dispiace”
Le più profonde aspirazioni della nostra anima e i momenti spirituali più elevati della nostra esperienza religiosa devono essere collegati alle realtà della nostra esistenza materiale
Quando la speranza genera il perdono, abbiamo ricostruito il cerchio infinito che non dà peso alle vicissitudini transitorie di una vita fatta di alti e bassi
Nnon si deve neppure esagerare le proprie manchevolezze e i propri insuccessi, perché il lasciarsi
preda dello scoraggiamento o addirittura dello sconforto, D-o ci guardi, costituisce uno dei più seri ostacoli al miglioramento di noi stessi.
Lo sbaglio, afferma la Torà, è un atto di follia. In un momento di insensatezza e di confusione l’anima commette un’azione contraria a quello che è il suo reale desiderio.
Ed ecco Jonah solo sulla spiaggia. La spiaggia che è sabbiosa come il deserto dopo l'uscita dall'Egitto, quella spiaggia che diventa il luogo di riflessione dove l'uomo religioso capisce che non si può fuggire da D-o che non si può dare ascolto al suo richiamo.