La Torà è la guida spirituale di ogni ebreo in ogni epoca. Questa guida è rilevante sia per l’ebreo dell’età del ferro sia per l’ebreo dell’età del ciberspazio. La natura umana, i problemi umani e il potenziale umano restano gli stessi. La Torà ci è stata data da D-o per evitare i problemi e sviluppare il nostro potenziale al più alto livello di possibilità – e oltre. Ogni parola di Torà ha questo potere, incluso il nome della parashà di questa settimana. Il nome, in ebraico, è una singola parola: Emor, o “Parla”!
Perché Parlare?
Certamente, questa parola è parte di una frase e ha un significato in un contesto ben preciso. Ma poiché è il titolo dell’intera parashà, onorato come tale da molti secoli di tradizione ebraica, ha anche un significato proprio. Ma cosa ci sta dicendo questa parola “Parla!”? Parlare di cosa? Quando e perché parlare? L’affermazione imperativa “Parla!” sembra contrastare l’idea dei Saggi di non parlare troppo, come “Parla poco ma fai molto”, o “la miglior cosa per una persona è il silenzio”, e così via. Si deduce quindi che c’è un tipo di parola che è raccomandata. Quale? Il Rebbe di Lubavitch esamina la questione basandosi su commenti di vari Saggi sull’argomento della parola.
La Forza della Parola
C’è un’antica idea ebraica secondo la quale la parola ha un effetto che è al di sopra del semplice evento in cui A dice qualcosa a B. Il fatto reale di aver pronunciato delle parole ha una certa importanza. Un esempio negativo di questo è il caso della parola maligna, la maldicenza, chiamata in ebraico “lashon harà”. La Torà proibisce la maldicenza e proibisce ascoltarla. Inoltre i Saggi ci dicono che la maldicenza ha un effetto negativo sulla persona di cui si parla. Oltre all’effetto pratico che hanno le parole, così come la diffamazione della reputazione di qualcuno, il fatto di essere state dette apertamente in un certo modo concretizza il loro contenuto.
Al contrario, dice il Rebbe, vi è un tremendo potere positivo nella preghiera e nella buona parola. Le parole favorevoli risaltano il potenziale positivo dell’altra persona anche se, quando vengono pronunciate, sembrano mostrare solo l’aspetto negativo. I Saggi insegnano “giudica tutti per il bene”, che significa generalmente cercare di trovare una giustificazione per il loro comportamento negativo. Un’altra possibilità è trovare un modo per lodare la persona. L’effetto spirituale di ciò è tirare fuori le buone qualità della persona che sono nascoste nel profondo di sé. Il Rebbe collega questa idea con la citazione di Maimonide “parla sempre con lode e non parlare mai male degli altri”.
La persona saggia conosce la forza della parola e la usa a vantaggio degli altri. Le sue parole positive incoraggiano costantemente il prossimo e hanno spiritualmente un effetto positivo su di essi. Questo è il tipo di parola a cui allude il nome della parashà: la buona parola! E’ un buon consiglio per genitori, maestri, amici, sposi, vicini di casa – è un buon consiglio per tutti.
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