La parashà di Ki Tissà ci pone di fronte a un paradosso. Le prime Tavole del Patto erano forse l’oggetto più sacro della storia dell’umanità: “Le tavole erano opera di D-, la scrittura era la scrittura di D-o, incisa nelle Tavole” (Esodo 32:16). Frutto dell’operato di D-o, nel giro di poche ore furono ridotte in frantumi da Moshè, quando vide gli israeliti danzare attorno all’idolo d’oro che avevano fabbricato. Le seconde tavole erano il risultato delle lunghe suppliche di Mosè affinché il popolo fosse perdonato; furono portate agli ebrei il 10 di Tishrì, giorno perpetuamente caratterizzato dal favore, dal perdono, dalla riconciliazione di D-o con i Suoi figli. Esse però non erano interamente opera del Sign.re, erano state intagliate da Moshè su ordine Divino: “Intaglia due tavole di pietra come le prime, ed Io scriverò su di esse le parole che erano sulle prime, che tu hai rotto” (Esodo 34:1). Queste tavole restarono intatte.
La mistica ebraica distingue due modi in cui l’uomo e D-o s’incontrano: it’arùta del’èla – risveglio dall’alto – e it’arùta del’tàta – risveglio dal basso. Il primo parte da D-o, il secondo dall’uomo. Il primo è un evento soprannaturale, che rompe la catena di causa-effetto della natura; eppure, con tutta la sua imponenza, non cambia la natura dell’uomo. Non è coinvolto nessuno sforzo umano e l’uomo resta un ricettore passivo. È un evento grandioso, finché dura; poi, tutto torna come prima. Il secondo tipo di evento è molto meno straordinario; è semplicemente un atto umano. E proprio questo risveglio dal basso lascia un segno permanente. Coinvolge l’iniziativa e lo sforzo degli uomini e necessariamente cambia qualcosa in essi. L’orizzonte delle loro possibilità si allarga, sanno che sono capaci di atti prodigiosi.
Lo stesso può dirsi di altre due vicende bibliche: il Dono della Torà e la costruzione del Tabernacolo nel deserto. La rivelazione al monte Sinai fu un “risveglio dall’alto” e, quaranta giorni dopo, gli ebrei fabbricarono il vitello d’oro. Al contrario, il Tabernacolo coinvolgeva il lavoro dell’uomo; fu costruito dagli israeliti, che prepararono la struttura dello spazio che sarebbe poi stato permeato della Presenza Divina, e non fabbricarono più altri idoli (almeno fino a che si stabilirono nella Terra Promessa).
La Torà Orale
Vi è un’altra differenza tra le due coppie di tavole. Secondo la tradizione, quando furono date a Moshè le prime tavole, gli fu data solo la Torà Scritta. All’epoca delle seconde, gli fu data anche tutta la Torà Orale. La Torà Scritta è Parola di D-o, il contributo dell’uomo è assente. La Torà Orale è il frutto di una sinergia: la rivelazione Divina s’incontra con l’interpretazione della mente umana. Questo ci aiuta a capire un versetto dal significato ambiguo. La Torà dice che al monte Sinai gli israeliti udirono un “kol gadòl velò yasàf” (Deuteronomio 5:19). A questo verso vengono date due interpretazioni che si contraddicono. Secondo la prima era “una gran voce che non si udì mai più”; in base alla seconda era “una gran voce che non cessò”, ossia, una voce che continuò ad essere udita. Entrambe le interpretazioni sono veritiere. La prima si riferisce alla Torà Scritta, data una volta per tutte. La seconda alla Torà Orale, il cui sviluppo non si è mai fermato.
Questo ci aiuta anche a capire perché fu solo dopo le seconde tavole che “Quando Moshè scese dal Monte con le due tavole della testimonianza in mano…, non sapeva che la pelle del suo volto raggiava poiché aveva parlato con D-o” (Esodo 34:29). Ricevendo le prime tavole Mosè restò passivo, e nulla cambiò in lui. Quanto alle seconde, egli contribuì a fabbricarle, intagliò la pietra su cui sarebbero state incise, e divenne una persona diversa: il suo volto brillava.
Nell’ebraismo, il naturale è più grandioso del soprannaturale. Un risveglio dal basso ha maggior potere di trasformarci e i suoi effetti sono più duraturi del risveglio dall’alto. Ecco perché furono le seconde tavole a restare intatte. Il risveglio dall’alto cambia l’universo. Il risveglio dal basso cambia noi.
Di Rav Jonathan Sacks, per concessione di chabad.org
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