Il Sign-re comanda a Mosè di farsi dare olio d’oliva puro dai figli d’Israele per l’accensione quotidiana del candelabro.

La parashà prosegue soffermandosi sugli abiti che i kohanìm, i sacerdoti, erano tenuti a indossare prestando culto nel Santuario: la ketonet-una tunica di lino, i michnasaim – pantaloni di lino, la mitznefet o il migba’at - un turbante di lino e l’avnet-una lunga cintura.

Oltre a questi il kohen gadòl, il sommo sacerdote, indossava: l’efod-un indumento simile a un grembiule fatto di filo di lana blu, viola e rosso, filo d’oro e di lino; il choshen - pettorale con dodici pietre preziose sulle quali erano incisi i nomi delle dodici tribù d’Israele; il me’il-un mantello di lana blu con l’orlo decorato di campanelli e piccoli melograni d’oro e il tzitz - un diadema d’oro con l’iscrizione ‘santo per D-o’, che indossa sulla fronte.

La parashà conclude con dettagliate istruzioni concernenti l’iniziazione al culto sacerdotale di Aronne e i suoi quattro figli, Nadav, Avihu, Elazar e Itamar e sulla costruzione dell’altare d’oro sul quale si offriva il ketoret, l’incenso.