Rivoluzione o evoluzione? Queste due parole ronzano continuamente nelle menti di storici e sociologi. Apparentemente ci sono due modi di fare le cose: quello rivoluzionario – subitaneo e totale – e quello della crescita e dello sviluppo graduale. Entrambi si ritrovano nella Torà, data più di 3000 anni fa al Monte Sinai all’intero popolo ebraico. Quel momento unico nella storia fu accompagnato da tuoni e fulmini, dal suono dello shofàr, e dal tremore e timore che s’impossessarono delle persone. Fu un’esperienza intensa, un evento storico unico, rivoluzionario, che cambiò la vita per sempre. Il Dono della Torà presenta anche un aspetto evolutivo, che si può notare analizzando le benedizioni sulla Torà che si recitano nelle preghiere del mattino. Esse sono anche simili a quelle che si recitano quando si è chiamati a salire sulla Tevà durante la lettura della Torà in Sinagoga. Una di queste termina con l’espressione “…Benedetto Sii Tu, Sign-re, Che insegni la Torà al Tuo popolo d’Israèl” e l’altra con le parole “…Benedetto Sii Tu, Sign-re, Che dai la Torà”. Entrambe sono formulate al presente e, nel caso della seconda, appare una scelta inappropriata, poiché la Torà fu data una volta sola; parrebbe più corretta una formula al passato: “…Che hai dato la Torà”.
I Piccoli Passi…
In effetti, l’evento rivoluzionario accadde una sola volta, ma le parole delle due berachòt e il modo in cui sono enunciate ci dicono che esiste una rivelazione dinamica e continua della Torà attraverso il tempo: poiché la Torà è infinita, vi sono sempre nuovi aspetti, più ampi e profondi, che aspettano di essere rivelati. I Maestri insegnano che quando studiamo Torà dobbiamo provare un’intensa sensazione di timore e delizia. D-o stesso è presente in questi insegnamenti e ogni volta che si studia il testo biblico è una sorta di ripetizione dell’evento al Monte Sinai. Esso fu accompagnato dal timore, e quando noi studiamo dobbiamo sentire timore; allo stesso tempo, la consapevolezza della bellezza e dell’importanza di questa esperienza di apprendimento infonde un sentimento di forte appagamento, poiché D-o è sempre presente e gioisce della Sua Torà tutte le volte che ne studiamo qualche riga o che ascoltiamo una lezione. Questo vuol dire che non solo incrementiamo la nostra conoscenza in termini quantitativi ma evolve, e si sviluppa nel corso di tutta la vita, anche il modo in cui ci dedichiamo alla Torà. Possiamo ristudiare lo stesso brano decine e decine di volte, eppure sempre con maggior profondità e valore. I Saggi delle varie epoche infatti hanno continuato a rivelare nuove dimensioni della Torà, sia in termini di halachà (norma) applicata a nuove situazioni, sia in termini di linee guida spirituali.
Tutti questi insegnamenti erano già presenti nella rivoluzione originaria del Dono della Torà. La loro rivelazione è un processo graduale, che si sviluppa col susseguirsi delle generazioni, ed ecco che la rivoluzione si combina con l’evoluzione; grandi cambiamenti affiancati dai piccoli passi con cui la nostra esperienza e la nostra considerazione della Torà crescono. Questo doppio approccio porterà la rivoluzione ultima, quella dell’avvento Messianico, quando ogni aspetto del mondo e della vita verranno visti come espressione dell’Unicità del Divino.
Di Tali Loewenthal, per concessione di chabad.org
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