14 anni di preparazione
E Yaakov uscì da Beer Sceva ed andò in direzione di Charan (Gen. 28:10)
Rashì ci insegna che "da quando fu benedetto (da suo padre Itzchak) fu nascosto nella casa di Ever per 14 anni"(il passo di Rashì è basato su Talmud Bavlì, Meghillà 17a).
Cosa era andato a fare Yaakov nella casa di Ever? Yaakov è ben consapevole della grande missione che egli ha: portare nel mondo il messaggio di Avraham suo nonno sulla presenza di un solo D-o, Creatore unico del cielo e della terra; egli è anche consapevole delle difficoltà che trova intorno a sè: tutto sembra voler contrastare con il suo compito, ma egli ha fiducia di trovare un
grande sostegno nei suoi genitori, Itzchak e Rivkà: nonni come loro potranno essere il miglior esempio per i suoi figli, potranno essere un insegnamento vivente del messaggio di Avraham. Se l'ambiente circostante è difficile proprio per essere così allettante, ci si può basare almeno su una casa ben salda, si può far Tesoro di questa presenza preziosa.
UN’AMARA DECISIONE
Ma programmi da un lato e dura realtà dall'altro: il conflitto con ilfratello Esav porta la famiglia all'amara decisione che Yaakovdeve lasciare Beer Sceva: la partenza di un giusto come lui lasciauna grande impressione (Rashì ivi), ma Yaakov stesso sente di non essere ora abbastanza preparato per affrontare le intemperie della vita, per affrontare una società che era così lontana dall'insegnamento di suo nonno: tutto sarebbe stato dunque
invano? Il mondo sarebbe precipitato tutto di nuovo nell'idolatria senza un lume di speranza? Che ne sarebbe stata della birkat Avraham (benedizione di Abramo) che il padre gli aveva concesso?
Messo di fronte ad una situazione così difficile, distante dalla sua famiglia, senza un sostegno morale, Yaakov decide che, prima di andare a Charan nella casa dello zio Lavan, secondo il programma stabilito, lui stesso dovrà rinforzarsi nello studio della Torà recandosi a studiare da un Maestro delle generazioni precedenti, Ever: "studiò quello che poté da suo padre, e poi si allontanò dai suoi avi e fu nascosto nella casa di Ever a studiare Torà, e per questo fu degno della berachà ed ereditò la terra d'Israel".
LA BENEDIZIONE NECESSITA UNO SFORZO
Abbiamo qui un grande insegnamento: la berachà non esercita la sua funzione senza che vi sia un sforzo da parte di chi deve riceverla; bisogna essere degni della berachà ricevuta e Yaakov sa che per dover affrontare una situazione difficile, sa che per dover educare i figli che gli nasceranno in casa di Lavan, in un ambiente talmente distante dal messaggio di Avraham e Sarà suoi nonni, di Itzchak e Rivkà suoi genitori, sa che non c'è altra via che essere lui stesso ben radicato nello studio della Torà: la partenza improvvisa fece capire a Yaakov che doveva prima di tutto imparare lui stesso a cimentarsi con una società amichevole finché vuoi, ma piena di pericoli dal punto di vista spirituale: quattordici anni di studio intenso, gli avrebbero permesso di affrontare la nuova vita a contatto con il mondo esterno: questo fu l'insegnamento che ricevette nel Beth Hamidrash di Ever; allora, e solo allora poteva dirigersi in direzione di Charan. Solo dopo questa preparazione Yaakov poteva essere degno dell'apparizione divina in sogno con Hashem che stava sopra di lui (Gen.28:13): i giusti, ci insegnerà il Midrash, sono pronti ad essere – per così dire un appoggio per Hashem, mentre i malvagi pretendono di fare di Hashem un appoggio per loro…
Alfredo Mordechai Rabello (Jerushalaim)
In memoria di Papà, Emilio Marco Rabello zh.l.
nel centesimo anniversario della nascita
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