Capitolo 28, 10-22. Giacobbe partì dalla casa paterna, da Beer Sheva’, diretto a Charan e allorché calò il sole, si fermò a pernottare in aperta campagna, sdraiandosi sulla nuda terra, avendo come cuscino alcuni sassi.

Sognò una scala che dalla terra arrivava fino al cielo e lungo la quale salivano e scendevano angeli del Signore.

Il Signore stava sopra di lui ripetendogli la promessa fatta ad Avraham e Yitzchaq e lo rassicurandolo circa la sua protezione.

Destatosi la mattina rimase sorpreso della visione avuta durante il sonno e, in segno di ringraziamento eresse in quel medesimo luogo una lapide commemorativa e diede nome al luogo Bet El (casa di D-o) che in origine si chiamava Luz. Ya’acòv espresso il voto che, se fosse tornato in salute alla casa paterna, su quella pietra avrebbe eretto un Santuario, offrendo al Signore la decima di quanto avrebbe posseduto.

Capitolo 29, 1-35. Ripreso il viaggio verso il paese degli orientali (arabi e aramei), giunse finalmente in una terra abitata da tribù arabe e si fermò presso un pozzo dove i pastori si davano convegno per abbeverare le loro greggi.

Avendo saputo che essi erano proprio di Charan, domandò loro se conoscevano Lavan ed essi gli indicarono una ragazza che sopraggiungeva proprio allora con il gregge. Si trattava di Rachel, figlia di Lavan, sua cugina. Fatta la conoscenza reciproca, Ya’acòv viene invitato da Lavan ad abitare presso di lui e, dopo un mese, fu stabilito tra loro che, in cambio dell’aiuto che gli avrebbe dato nella sua azienda, Ya’acòv avrebbe ottenuto in moglie da lì a sette anni la bella Rachel. Compiuto il periodo pattuito, Lavan sostituì alla fanciulla promessa l’altra figlia, Lea, la maggiore, sicché Ya’acòv dovette adattarsi a lavorare altri sette anni per ottenere la sposa tanto desiderata.

La sorte familiare delle due sorelle fu assai diversa: Lea diede al marito quattro figli: Reuven, Shim’on, Levi, Yehuda. Il Signore, infatti, vedendo che ella era trascurata dal marito la rese feconda.

Capitolo 30, 1-43. Rachel si ingelosì e, dopo una discussione, propose al marito di unirsi alla sua ancella Bilhà, che partorì Dan e Naftalì. Anche Lea diede a Ya’acòv la propria ancella, Zilpà che partorì: Gad e Asher. Poi Lea partorì un quinto e un sesto figlio: Issachar e Zevulun e una figlia, Dina. Allora il Signore rese feconda Rachel che partorì Yosef. Fu allora che Ya’acòv espresse al suocero il desiderio di tornare nella sua terra, ma fu trattenuto per altri sei anni, giacché la sua opera attiva ed efficiente era molto proficua per l’attività di Lavan.

Capitolo 31, 1-54. Ya’acòv, però, udì i discorsi dei figli di Lavan contro di lui e comunque lo sfruttamento a cui era sottoposto dal suocero gli riuscì talmente insopportabile che decise di partire di nascosto. Lavan, accortosi dell’improvvisa fuga, lo inseguì e, raggiuntolo, lo rimproverò aspramente, Poi, però, giunsero a un accordo e si separarono con attestazioni di reciproco affetto.

Capitolo 32, 1-3. Ripreso il cammino, Ya’acòv si imbatté il una schiera di angeli, il luogo ove avvenne tale incontro fu chiamato Machanayim.