Giacobbe, uscito da Beersheva, andava in Haran . Con queste parole ha inizio la Parasha di questa settimana: Vayetzè. Giacobbe lasciò la sua casa e si recò in casa di suo zio, in una terra straniera per trovare moglie. Quale passo avrebbe dovuto fare prima di tutto il Patriarca eletto per prepararsi al matrimonio, metter su casa, quella casa che doveva gettare le fondamenta dell'intero popolo ebraico?
Avrebbe dovuto essere, indubbiamente, quello di studiare la lingua e la cultura del nuovo paese ove si recava, adottare i suoi costumi ed immergersi nella sua civiltà.
Ma, secondo la Torah, le cose sono andata diversamente.
Il primo passo di Giacobbe fu di fermarsi a pregare, e nel posto dove si fermò sarebbe poi sorto il futuro Beth haMikdash, il Santuario. Lì Giacobbe si coricò per dormire, con il capo appoggiato su delle pietre. Al mattino seguente, dopo aver avuto quella notte una visione nel corso della quale il Signore gli aveva fatto una rivelazione, egli riunì le pietre sulle quali aveva dormito, eresse una specie di monumento e disse: E questa pietra che ho posto come monumento sarà Casa di D-o. Non oro, non argento, ma semplici pietre vennero elevate da Giacobbe allo scopo di erigere un santuario.
Noi, figli di Giacobbe, abbiamo ricevuto il comandamento Divino: Essi mi costruiranno un santuario, ed Io risiederò in mezzo a loro. I nostri Maestri osservano che non è detto dentro (in mezzo) di esso (del Santuario), ma in mezzo a loro, ciò che significa nel cuore di ogni uomo, donna, di ogni ragazzo e di ogni ragazza. Non solo ci è stato comandato di erigere un grande santuario per tutta la nazione, d'oro, d'argento, rame ed altri materiali da costruzione, ma pure di erigere un santuario al Signore, come Giacobbe, nel nostro cuore e nella nostra casa, un santuario fatto di Torah e di Mitzvot, di rettitudine e di buone azioni.
Infatti, il Santuario di Gerusalemme poteva essere distrutto (come avvenne per ben due volte), ma il santuario nei nostri cuori e nelle nostre case non potrà mai essere distrutto. Non solo, ma ognuno di noi deve cercare di apportare ogni giorno maggiore santità in questo nostro santuario intimo: con un attaccamento sempre più grande alla Torà, una sempre maggiore osservanza delle mitzvòt e con il diffondere più santità intorno a noi.
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