Esodo 25, 2. Riceverete l’offerta. Dissero i Maestri: l’espressione offerta è qui ripetuta per tre volte (vv2-3). La prima volta si riferisce all’offerta di un bekà, mezzo sheqel, a testa che veniva destinata per la costruzione delle basi del Santuario, come è spiegato più avanti (Esodo 38, 26-27).
La seconda offerta di un bekà a testa destinata all’altare per creare un fondo per acquistare quanto necessario per i sacrifici pubblici. E la terza, riguardante la parola ebraica terumati – la mia offerta – destinata al Tabernacolo che dipendeva dalla generosità di cuore di ciascuno. Tredici cose sono qui ricordate, nei versetti 3-7, tutte necessarie per il lavoro inerente al Tabernacolo e per i paramenti sacerdotali…
Esodo 25, 5. …e legno d’acacia. Ma come potevano averlo nel deserto? Tanchuma spiegava: «Il patriarca Giacobbe prevedeva, per ispirazione divina, che Israele avrebbe costruito il Santuario nel deserto. Egli aveva portato in Egitto dei cedri, li aveva piantati raccomandando ai suoi figli di prenderli con sé quando avessero lasciato quella terra» (Bereshit Raba 94).
Esodo 25, 9. Così li eseguirete. Anche nelle future generazioni. Se andrà perduto uno di questi oggetti, o quando mi farete oggetti per il Santuario di Gerusalemme, per esempio le tavole, le lampade, i bacili e i sostegni che fece re Salomone, secondo questi modelli li eseguirete.
Esodo 25, 11. …internamente ed esternamente. Tre di questi armadi furono costruiti da Betzalel, due d’oro e uno di legno. Ognuno aveva quattro pareti e delle basi ed erano aperti in alto. Mise del legno entro l’oro e dell’oro entro il legno e spalmò la parte superiore con oro, dunque era ricoperto d’oro all’interno e all’esterno (Talmud Yoma 72b).
Esodo 26, 1. Farai il Tabernacolo composto da dieci cortine. In modo da coprire con le cortine le assi del Tabernacolo, come se fossero un tetto e delle pareti esterne.
Esodo 26, 6. Farai delle cortine di lana di capra per coprire la tenda del Tabernacolo... Cortine di pelli di capra destinate a coprire le cortine già poste sotto per coprire il Tabernacolo.
Esodo 26, 14. Farai… le assi di legno. Avrebbe dovuto dire assi di legno, cioè senza l’articolo determinativo, come in genere è detto per le altre parti del Tabernacolo. Allora perché è scritto: le assi? Si tratta delle assi che già c’erano quando furono destinate a tale scopo. Il patriarca Giacobbe piantò in Egitto alberi di acacia e quando morì ordinò ai figli di portarli via con loro, una volta usciti dall’Egitto (cf Rashi, Esodo 25, 5). E disse loro che, in futuro, il Santo Benedetto avrebbe ordinato di costruire il Tabernacolo del deserto con legno di acacia: «Vedete – aggiunse – così questo legno sarà già in vostro possesso». A questo si riferisce la poesia religiosa scritta da un grande poeta babilonese [rabbi Shlomo ben Yehuda che scrisse un pyiut – poesia – in occasione del servizio liturgico di Pessach] in cui si dice: La pianta si cui parlò il loro padre Giacobbe crebbe così rapidamente da divenire legno di acacia per il Tabernacolo ed essi avrebbero dovuto essere pronti in tempo per usarlo quando ne avessero avuto bisogno.
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