La porzione di Torà di questa settimana parla della costruzione della “Casa di D-o”, il Tabernacolo. Più specificamente, dei doni che il popolo fece per poterla realizzare.

Il tema centrale della Parashà, quindi ripresa anche nel suo nome, è “Terumà” – l’offerta. Sicuramente quando ci fu il comandamento Divino di costruire una casa per Esso, molti nel deserto si meravigliarono. Com’è possibile creare una dimora per il Creatore? Se anche fosse possibile sicuramente sarebbe al di là delle capacità umane farlo.

La risposta fu semplice: CostruiteMi una casa più o meno come la costruite per voi stessi. Infatti se guardiamo gli utensili centrali del Tabernacolo ci accorgiamo di questa similtudine.

I quattro elementi centrali sono: 1) il tavolo per il pane, 2) l’altare dei sacrifici, 3) la Menorà per l’illuminazione e 4) l’Arca Santa. L’Altare rappresenta la “cucina”, il Tavolo la “sala da pranzo”, la Menorà la fonte di luce e l’Arca rappresenta il luogo intimo di unione (nel Santo dei Santi, Kodesh Hakodashim, al quale accedeva solamente il Sommo Sacerdote e solamente una volta all’anno, a Kippur).

In effetti è come se il Sign-re ci dicesse: A Me non serve una casa, ovviamente. Serve a voi una “casa per Me” per potere sempre mettere in evidenza il fatto della Mia presenza tra voi.

Inoltre, in tutti i dettagli della vita, ciò che vedete come vostra esigenza, dovete anche vedere una mia esigenza. Ogni parte della vostra vita deve avere un “angolo” per Me. In questo modo anche la vostra parte sarà illuminata e raffinata.

Chiaramente, questo concetto vive nei nostri cuori e nelle nostre case, nonché nei “piccoli santuari”, come il Talmud si riferisce ai templi di oggigiorno.