Nella Parashà di questa settimana sono riportati i tre pozzi che scavò Yitzchàk, la Torà si dilunga nel racconto dei pozzi citando perfino il loro nome datogli da Yitzchàk: Eshek, Sitna e Rechovot.
Nachmanide spiega che questi tre pozzi rappresentano i tre Templi che in futuro sarebbero stati costruiti a Gerusalemme. Il Primo Beth Hamikdash viene rappresentato da Eshek, che significa litigio, poiché fu distrutto a causa dei litigi che vi furono tra i re di Israele.
Il secondo Beth Hamikdash viene raffigurato dal pozzo Sitna, che indica un litigio senza motivo causato solamente dal Satan, indicando con ciò l’odio gratuito che c’era tra gli ebrei che causò la distruzione del secondo santuario.
Il terzo invece viene chiamato Rechovot, espansione, per indicare il terzo Beth Hamikdash in cui non vi sarà alcuna controversia e rimarrà costruito in eterno.
La similitudine del pozzo al Beth Hamikdash, è che come il pozzo viene a scoprire una sorgente d’acqua che già esisteva, allo stesso modo il Beth Hamikdash viene a scoprire la presenza di D-o nel mondo, dove anche se questa già era presente, era completamente celata.
Questa metafora del Beth Hamikdash viene espressa in modo dettagliato proprio da Yitzchàk. Ogni patriarca rappresenta una forma diversa di rapporto con D-o. Avraham rappresenta la rivelazione gratuita che viene dall’alto senza alcuna preparazione, Yaakov invece, rappresenta la Torà che unisce L’uomo a D-o. Solamente Yitzchàk è quello che rappresenta lo sforzo dell’uomo che da solo riesce a raggiungere questa unione.
Per questo motivo il Beth Hamikdash viene raffigurato dai suoi pozzi, poiché anch’esso deriva dal lavoro e dallo sforzo dell’uomo. Anche il terzo ed ultimo Beth Hamikdash è rappresentato da Yitzchàk, pur essendo il terzo una costruzione che verrà dall’alto, ciò che gli permetterà di durare in eterno, anch’esso è legato strettamente alle nostre azioni nel tempo che precede la sua costruzione, infatti sono le nostre Mitzvòt ad avvicinare il momento in cui D-o deciderà di far erigere il terzo Beth Hamikdash con la venuta di Mashiach presto nei nostri giorni.
(Likutè Sichòt vol.30 pg. 116)
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