Domanda: Visto che Ya'acòv ha preso le benedizioni di Esav, chi era effettivamente il vero erede di Yitzchàk?
Risposta: Quando Ya'acòv ha astutamente preso il posto di Esav ricevendo così le benedizioni del padre, Esav era indignato. Com'è scritto nel verso: “Egli pianse un pianto grande e amaro e disse a suo padre, ‘benedici anche me, o padre mio’!... Ed Esav alzò la sua voce e pianse”. Dopotutto, Esav aveva atteso per tanti anni di ricevere quelle benedizioni, arrivando addirittura a fingere di essere osservante per molti decenni affinché il padre credesse che egli era degno di ricevere le benedizioni. Quando invece si rese conto che il fratello santarellino lo aveva lasciato indietro, il furbo cacciatore rimase completamente sconvolto.
È notevole che questa persona - di fatto un assassino, un violento e un ingordo - fosse così ansioso di ricevere le benedizioni di uno tzaddìk. Esav non avrebbe ottenuto una grande eredità: Yitzchàk dopotutto era un uomo anziano e cieco che aveva ben poco da offrire oltre alle sue benedizioni, (vedi Ibn Ezra e Nachmanide su Genesi 25:32). Essendo però stato allevato nelle case di Avrahàm e Yitzchàk, egli era ben conscio del valore della benedizione di uno tzaddìk.
Esav era un ebreo, nato da madre ebrea e possedeva un’anima ebraica che lo aveva permeato di una fede solida in D-o e nel soprannaturale. Purtroppo il suo cuore ebraico non si manifestava nel suo modo di vita immorale che era contrario a tutto ciò che aveva imparato nella casa di suo padre.
Sapeva bene cos’era la cosa giusta da fare, ma non era disposto a fare i sacrifici necessari per vivere una vita spirituale con un codice morale etico.
Fu così che il Piano Divino determinò che doveva essere Ya'acòv e non Esav a ricevere le benedizioni. Poiché Yaacòv non era solo un ebreo nel cuore ma anche nella vita pratica. Infatti, non è possibile compiere la missione di rivelare il Divino in questo mondo e di trasformare noi stessi e il mondo che ci circonda in una dimora Divina solo con la fede; è solo tramite l’osservanza della Torà e delle mitzvòt che si potrà raggiungere questo scopo.Credo che molti possono identificarsi con il dilemma di Esav.
Molte persone sanno qual è la cosa giusta da fare ma spesso non hanno la forza e la forza di volontà necessarie a mettere tutto ciò in pratica nelle loro vite quotidiane. È importante ricordare che è l’osservanza della Torà e delle mitzvòt (ognuno al suo livello) che ci trasforma in un recipiente degno delle benedizioni Divine.
La fede non è un prodotto della nostra fatica ma esiste in ogni ebreo in forma naturale, ed è parte dell’anima Divina che è in di ognuno di noi. Le benedizioni vanno guadagnate.
Di Rav Naftali Silberberg per gentile concessione di Chabad.org
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