La parashàt Toldòt si apre in questi termini: «E queste sono la discendenze di Isacco, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco (Genesi 23:26)».
La Torà ha già identificato Yitzchàk (Isacco) quale figlio di Avrahàm (Abramo), dov`è la necessità di ripetersi? Rashi spiega: poiché i contemporanei del primo patriarca fecero circolare la voce che Sarà era rimasta incinta da Avimèlech, re d`Egitto, in quanto lei per anni non riuscì a procreare col marito, Hashèm fece sì che Yitzchàk avesse i medesimi tratti somatici del padre.
Tuttavia, il chiarimento di Rashi suscita qualche
perplessità:
a) La Torà riferisce esplicitamente che Avimèlech non si avvicinò mai a Sarà, pertanto, non ci sarebbero plausibili ragioni per farci soggezzionare da maldicenze di questi livelli.
b) L`assomiglianza avrebbe dovuto essere puntualizzata alla nascita del figlio, per quale motivo i Testi hanno aspettato la narrazione del suo matrimonio per precisare questo dettaglio?
c) Quanto sopra implica che accadde un evento straordinario diretto dal Sig-re per attestare la paternità. Ma esiste fenomeno più naturale di un figlio che assomiglia al padre?
I Saggi spiegano che i tre patriarchi incorporano rispettivamente i seguenti tre attributi divini: Chèssed, amore e bontà, Ghevurà, severità e rigore, ed infine Tifèret, armonia e verità. Il popolo ebraico ha ereditato le tre caratteristiche: di Avrahàm abbiamo la nostra leggendaria filantropia e coscienza sociale; di Yitzchàk il timore di D-o e la probità morale; per merito di Yaacov la nostra anima è alla perenne ricerca della verità e il nostro impegno nello studio e nella più fedele applicazione dei comandamenti non ci hanno mai traditi. Naturalmente, ogni singolarità va controbilanciata
da un`altra per creare equilibrio. E Chèssed, Gvurà e Tifèret confluiscono in una sola persona, in Yaacov. Le maligne ipotesi avanzate dai cinici recavano un senso molto più profondo: Ishmaèl (Ismaele), primogenito che Avrahàm concepì con la seconda moglie Agar, assomigliava al padre nella personalità: gaio, estroverso e generoso, mentre il fratellastro, con la sua introversione, austerità e una lieve rigidità si distingueva dal genitore Successivamente a Yitzchàk nacquero due gemelli, Essav e Yaacov. In quest`ultimo convivevano le qualità sia del nonno che del padre: dolce, mansueto, studioso, discreto come il padre e tenero come il nonno. In Essav, invece, viveva esclusivamente, e molto più enfatizzata, la severità, accompagnata da una forte intransigenza, come in Ishmael spiccava, in versione straripante e incontrollabile la passionalità del padre. In realtà, Ishmaèl e Essav incanalavano le loro propensioni in progetti puramente egoistici, mentre
Yaacov incarnava la perfetta sintesi dell`amore e del timore, dell`allegria e del contegno, della passione e dell`impegno. Questo attestò Hashem quando plasma Yitzchak in base all`aspetto fisico di Avrahàm. La perfetta similitudine non era esteriore, bensì interiore. Ciònonstante, Hashem desiderava che la loro apparenza riflettesse questa prossimità quintessenziale. La Torà, quindi, ritiene utile riportarla alfine di inculcarci un principio eterno: quali discendenti dei tre illustri avi, possediamo anche noi la capacità di unire le nostre diverse personalità in un unico progetto comune e esprimere quest`unanimità nella nostra esistenza.
(Likkutè Sichòt)
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