La parashà di questa settimana mette in luce un drammatico episodio riguardante la spartizione delle acque del Mar Rosso.

Quando Mosè vide che gli oppressori del suo popolo erano stati sommersi dalle acque, intonò un canto di lode al Sign-re. Allora la profetessa Miriam e tutte le donne di Israele elevarono anch’esse un inno di gioia ed i loro canti, accompagnati dal suono dei cimbali e dal battito dei tamburi, raggiunsero un tono ancor più alto.

Perché le donne ebree manifestarono, ancor più degli uomini, la loro esultanza ed il loro giubilo per essere sfuggite al Faraone e al suo esercito?

Il tenero affetto che una donna prova nei confronti dei suoi cari potrebbe spiegarlo. Il più terribile dei decreti del faraone, infatti, era stato: …ogni figlio che ti nascerà dovrai gettarlo nel Nilo…

Quest’ordine di far perire tutti i neonati aveva sconvolto le madri ancora più dei loro uomini. Perciò, quando esse videro morire i loro oppressori e si resero conto che la schiavitù in Egitto era terminata, manifestarono ancora più dei mariti il loro giubilo.

Ma il decreto del faraone di annegare nel Nilo i bambini ebrei racchiude, forse, un significato più profondo.

L’economia egizia dipendeva interamente dal Nilo che, perciò, era divenuto il centro della vita culturale e religiosa egizia.

“Sommergete i vostri figli nella cultura egizia, soffocate la loro identità ebraica; fate che la corrente impetuosa delle attività economiche e commerciali li trascini con sé” questo era il significato del decreto del Faraone.

La Torà è eterna. I suoi insegnamenti, le sue leggi, i suoi racconti sono sempre attuali e recano un chiaro messaggio a ciascuna generazione in ogni circostanza.

Le idee del Faraone e i suoi ideali non hanno perso la loro forza di seduzione . Il culto egizio prospera ancora, poiché la società che ci circonda lo favorisce. Cogliamo un’eco del decreto del Faraone nei consigli che ci dà il nostro stesso buon vicino di casa: "Il successo materiale è ciò che più importa ai nostri ragazzi oggi . Dobbiamo cominciare appena possibile a dare loro una spinta verso la carriera. La religione? D-o? La scuola ebraica?… certo va bene fino al bar mitzvà, ma dopo è inutile far perdere loro tempo con queste cose..."

A chi tocca opporsi al Faraone moderno? I padri sono così occupati che trascorrono assai poco tempo in casa e vedono pochissimo i loro figli. È il compito della madre, perciò, quello di agire con fermezza ed evitare che i bambini vengano gettati nel Nilo, che cerchino nella loro vita solamente beni materiali. E quando, con il passare degli anni, le madri avranno potuto constatare di aver educato dei giovani profondamente credenti e pieni di fede nei valori morali più alti, saranno esse, più d’ogni altro, a rallegrarsi della sconfitta di Faraone.

(Saggio basato su Likuté Sichòt, vol. I, p.139-143: tratto da Il Pensiero della Settimana a cura del rabbino Shmuel Rodal).