Nella parashà di questa settimana, abbiamo letto della Manna1 miracolosa che cadeva quotidianamente.

Durante tutto il loro soggiorno nel deserto, quando il popolo ebraico usciva di casa di mattina, trovava la Manna protetta da due strati di rugiada. La Torà dedica numerosi versi per descrivere questo fenomeno.

Ecco alcune delle leggi inerenti alla raccolta della Manna: D-o comandò alle persone di raccoglierne solo abbastanza per la propria famiglia per i pasti del giorno stesso. Era proibito raccogliere più Manna o risparmiarne un po’ per il giorno successivo.

Ci furono coloro che testarono le regole e cercarono di raccoglierne in misura maggiore per il giorno successivo, ma la Manna (miracolosamente) marcì e si riempì di vermi.

L’eccezione a questa regola era naturalmente il venerdì mattina, quando i figli d’Israele trovavano due razioni di Manna, una per il venerdì e una per il giorno di Shabbat. (Questa è l’origine della tradizione di avere due trecce (challà) sulla tavola di Shabbat, le quali rappresentano la doppia porzione trovata il venerdì in onore di Shabbat, la challa è coperta per rappresentare la rugiada in cui la Manna era avvolta).

Comprensibilmente, la Manna viene molto lodata.

Infatti, la prima benedizione del ringraziamento dopo i pasti (Birchat Hamazòn), che loda D-o per averci saziato, fu composta da Mosè come forma di ringraziamento per la Manna.

Benché la Manna smise di cadere migliaia di anni fa, quando la nazione ebraica entrò nella terra di Israele, il ringraziamento dopo i pasti composto da Mosè rimane lo stesso ancora oggi.

Tuttavia, il Talmùd spiega, a proposito del ricevere la Manna quotidiana, che è molto difficile per una persona essere calma e sentirsi sazia quando non sa cosa mangerà l’indomani.

Benché i figli d’Israele sapessero che la Manna sarebbe caduta il giorno successivo, il fatto che non avevano pane nelle loro ceste in un determinato momento, causava loro spasmi di fame, a cui si allude in modo chiaro in un verso della Torà relativo alla Manna.

In generale le persone amano sentirsi in controllo e indipendenti.

Affidarsi alla promessa di D-o che la Manna sarebbe caduta il mattino successivo, poteva lasciare una persona non del tutto sazia, perché è qualcosa che andava oltre il suo ambito immediato di controllo.

Una possibile spiegazione può essere offerta analizzando il “sistema” della Manna più da vicino.

Lo scopo della Manna era che una persona si innalzi oltre l’istinto naturale umano di avere tutto pianificato e sotto controllo e piuttosto di imparare e praticare l’arte della fiducia in Hashem.

Benché la Manna non cada al giorno d’oggi e una persona debba faticare sei giorni e riposare (soltanto) il settimo, il messaggio di fiducia in Hashem, sostenitore di tutta l’umanità, è ancora molto rilevante.

Si racconta che Rabbi Israel Baal Shem tov non lasciava soldi a casa sua durante la notte. Ogni sera distribuiva i soldi rimastogli, in carità, con la certezza che le iniziative del giorno successivo avrebbero soddisfatto le sue esigenze dell’indomani.

Benché difficile inizialmente, quando lo si sperimenta sulla propria pelle, questo livello di fiducia può essere molto appagante. Poiché si riceve le grandi benedizioni di Hashem.

È per questo motivo che la prima benedizione del ringraziamento dopo i pasti contiene le stesse parole come quelle della Manna, anche al giorno d’oggi.

Poiché quando praticato nel modo corretto, il sistema della Manna può rendere la persona davvero sazia con la certezza di essere sotto la protezione di Hashem.

Tratto dal Sefer Hamamorim Vol. 4

לע"נ הרה"ח הר"ה"ג ר' אברהם דוב בן ר' יהושע ז''ל In beloved memory of Rabbi Abraham B. Hecht obm.

Rav Yaakov Kantor è direttore della Chabad Jewish Center a Lugano