Moshè invia dodici esploratori nella Terra di Canaan. Questi tornano quaranta giorni dopo, con un enorme grappolo d’uva, una melagrana e un fico, parlando di una terra fertile e lussureggiante. Dieci esploratori avvertono il popolo che gli abitanti del paese sono guerrieri giganti, “più potenti di noi”; solo Calèv e Yehoshua sostengono che la terra può essere conquistata, come D-o ha comandato e promesso.
Il popolo piange, lamentandosi che preferirebbe tornare in Egitto. Il Sign-re decreta che il popolo entrerà nella Terra solo dopo quarant’anni, cioè, dopo che l’intera generazione sarà deceduta nel deserto.
Vengono date le leggi delle menachòt, le offerte di farina, vino e olio, come pure le leggi inerenti alla mitzvà di destinare una porzione dell’impasto per il pane - challà - al Sign-re. Un uomo profana lo Shabbat raccogliendo dei bastoni, e viene lapidato. Il Sign-re dice di mettere delle frange - tzitzìt - ai quattro angoli dei vestiti, per ricordarci di compiere tutte le mitzvòt
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