“Avrahàm haivrì”, “Abramo l’ebreo”, è così che Abramo viene chiamato nella Torà, che significato ha il termine Ebreo? Spiegano i nostri rabbini che “ivrì” significa “sponda”, tutto il mondo stava su una sponda ed Abramo stava dall’altra, in altre parole; era una persona diversa da tutta la società che lo circondava. Infatti, nonostante Abramo vivesse in un ambiente completamente idolatra, ciò non lo ostacolò nel differenziarsi da tutti e mantenere solida la sua fede in un D-o unico, creatore del mondo.

Questa sua grande fede che riuscì a raggiungere con le proprie forze, non la tramandò solamente ai suoi famigliari, ma insieme alla moglie Sara, riuscì a trasmetterla anche su molte altre persone sconosciute. Come ci racconta il Midrash, Abramo piantò una tenda in mezzo al deserto ed ogni volta che passava un beduino Abramo lo accoglieva e gli offriva da bere e da mangiare proprio come un re, dopo che l’ospite mangiava Abramo gli diceva di ringraziare colui che l’aveva nutrito, e ne approfittava per spiegargli la presenza di un D-o che assiste e nutre tutte le sue creature.

Imparare dagli Avi

Come dicono i nostri rabbini, i racconti dei patriarchi sono degli insegnamenti per i loro figli, questo atteggiamento di Abramo nei confronti della società in cui viveva è un messaggio chiaro per noi che siamo suoi figli.

Non Farsi Influenzare

È importante non farsi influenzare in senso negativo da coloro che ci circondano, proprio come Abramo che anziché conformare con la società rimase forte nelle sue convinzioni, continuando a servire D-o nel modo migliore e contemporaneamente ad illuminare coloro che gli stavano intorno con parole sagge e un buo esempio.

Così ognuno di noi, a prescindere dal posto in cui ci troviamo, che sia anche il deserto più arido, in senso fisico o figurato, lì sta a noi diffondere il messaggio Divino tramite l’adempimento alle Mitzvòt (precetti) della Torà, mantendendoci saldi nei nostri principi.