Vayerà è la seconda di due parashiòt esclusivamente dedicate alla vita di Avrahàm. Il fatto che la sua vita sia narrata in due parashiòt indica che essa è composta da due fasi distinte. In realtà, una lettura attenta degli eventi dà l’impressione che Avrahàm ripeta, nella parashà di Vayerà, tutto quello che ha fatto in quella precedente di Lech Lechà. Entrambe cominciano con una rivelazione Divina e la promessa di una discendenza; in entrambe Sarà viene rapita da un re pagano; in entrambe nasce un figlio, Abramo caccia la serva Hagàr e stipula accordi; in ambedue le sezioni il suo comportamento virtuoso è messo in contrasto con quello immorale di suo nipote Lot; in ambedue le parashiòt difende gli abitanti della pianura (in Lech Lechà da assalitori umani e in Vayerà dal decreto Divino di distruzione a seguito della loro malvagità). È come se Avrahàm dovesse ripetere quanto compiuto nella prima parashà ma ad un livello diverso, per impregnare le sue realizzazioni di un nuovo grado di conoscenza della Divinità.
L’avvenimento che segna la linea di demarcazione tra le due “vite” di Avrahàm è la circoncisione. L’episodio è riportato alla fine di Lech Lechà ed egli comincia la sua vita di ebreo circonciso solo in Vayerà. La sua vita prima del Brit Milà era una vita di “Lech Lechà” (lett. “vai per te”), “vai verso te stesso, verso il tuo vero essere”, mentre dopo la circoncisione è una vita di “Vayerà” ( “D-o ]gli[ apparve”). In Lech Lechà Avrahàm progredisce per conto suo, continuando ad elevarsi spiritualmente con tutte le sue potenzialità di essere umano. In Vayerà D-o si rivela a lui e lo eleva ad un livello spirituale inaccessibile a un uomo.
Anche nella parashà di Lech Lechà il Sign-re appare ad Avrahàm ma sono rivelazioni più vaghe e velate rispetto a quella di Vayerà. Prima della circoncisione, la crescita di Abramo era limitata dalla sua natura umana ed egli arrivò fin dove il suo intelletto ed il suo cuore riuscirono a condurlo, e anche la sua percezione di D-o, per quanto sublime, era limitata. È grazie al Brit Milà che Avrahàm è in grado di trascendere i limiti umani e sperimentare la conoscenza diretta di D-o. Qual è la peculiarità della circoncisione?
La risposta risiede nei termini con cui D-o enuncia il comandamento: “La Mia alleanza sarà nella vostra carne” (Genesi 17:13). La circoncisione trasforma il corpo: la carne stessa diventa una concretizzazione della volontà Divina. Questa è l’unicità del Brit Milà. Secondo i Maestri è la circoncisione che conferisce ad Abramo il controllo assoluto sui suoi istinti fisici e da quel momento in poi il suo corpo con le sue limitazioni cessa di frapporsi fra lui e il Creatore.
Crescita Continua
Avrahàm capovolse il processo di degenerazione spirituale cominciato col peccato d Adàm; egli diede vita al processo inverso, di elevazione spirituale, che culminò sette generazioni dopo col Dono della Torà al Monte Sinai. La circoncisione rappresentò il suo individuale dono della Torà, un microcosmo di ciò che sarebbe accaduto più avanti a livello collettivo, poiché gli fece sperimentare il salto dallo sforzo umano limitato alla rivelazione infinita. Egli dunque preparò il terreno alla formazione di un popolo il cui scopo sarà quello di elevare la realtà terrena al di sopra dei suoi limiti naturali, rivelando il D-o Infinito nel mondo finito.
Dopo che la trasformazione personale di Avrahàm si traspose nell’identità nazionale del popolo ebraico, divenne retaggio individuale di ogni ebreo. Per tutta la vita egli aspirò ad essere il vettore della manifestazione della presenza di D-o sulla terra. E, quali che fossero i suoi risultati, sapeva di non aver ancora raggiunto l’ultimo grado dell’annullamento di sé, in un processo di costante elevazione. È proprio per questo merito che D-o esaudì il suo desiderio e gli permise, attraverso il precetto della circoncisione, di liberarsi dalle costrizioni dell’essere umano.
Come Avrahàm, ogni ebreo deve aspirare ad un rapporto sempre più elevato con D-o, ad un livello spirituale sempre più alto, a non abituarsi a considerarsi come una versione approssimativa ed imperfetta di ciò che aspira ad essere. Dalla vita di Avrahàm sappiamo che, in proporzione ai nostri sforzi, D-o esaudirà le nostre aspirazioni e si rivelerà nelle nostre esistenze.
Adattato dagli insegnamenti del Rebbe di Lubàvitch, per concessione di fr.chabad.org
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